Cenni biografici

Luce in frammenti di vita

di Roberto Lagalla

Ho conosciuto Alessandro molti anni fa quando egli, figlio del già noto Giambecchina, promuoveva e valorizzava, insieme alla vivacissima madre, la produzione artistica del celebre genitore.

Come è noto, l'opera di Gianbecchina pone al centro della sua espressività il racconto, colorato e sofferto, della quotidiana lotta per la vita della più umile gente di Sicilia, prevalentemente figurata questa nei suoi veraci contesti contadini e rurali.

Dell'indimenticato artista sopravvive, soprattutto in Sicilia, un'eredità importante e significativa, a testimonianza di una narrazione esperenziale che conduce ad una documentazione artistica di indubbio valore intrinseco e connotata da pregiati profili di realismo storico e sociale.

Da Alessandro, vissuto ed impegnato in un simile contesto, sarebbe stato quasi naturale attendersi una sorta di continuità espressiva intrisa di umanità e di rimandi alla duratura sfida di questa con la terra isolana, madre non sempre generosa e prolifica.

Ed invece Aless, quasi a volere orgogliosamente attestare una matura autonomia del proprio percorso artistico ci sorprende nell'esporre gli accattivanti risultati di un personale percorso creativo che contiene in sè gli effetti di un evidente disancoramento da intuibili, sia pur nobili, condizionamenti, derivanti dalla propria attiva adesione ad una precedente e copiosa stagione pittorica.

Non si tratta solo di un apprezzabile processo evolutivo di natura artistica; in esso si fanno luce, piuttosto, la compiuta affermazione di una ben individuata personalità ed il raggiunto coraggio di chi, attraverso scelte e passaggi anche difficili, assume piena e definitiva consapevolezza di sè e delle sue potenzialità espressive.

Le più recente produzione "Misteri surreali tra cielo e terra" rappresenta un solido e convincente punto di arrivo di questo lungo itinerario culturale ed umano. È evidente, nelle opere, la progressiva destrutturazione della realtà pittorica che lascia posto alla prevalenza dei cromatismi ed alle suggestioni alle quali la forza della proposta artistica espone l'osservatore.

Tuttavia fa capolino, nell'uso ricco e variegato dei colori, un'ispirazione che viene da lontano e che, pur nella indeterminatezza delle linee e nel dissolvimento di puntuali profili, ripropone, in chiave contemporanea, il potente e policromo primato di quella luce che illumina la strada dell'umanità verso la verità e la conquista del futuro.

Roberto Lagalla

L'anima della luce nei paesaggi di ALess

di Tanino Bonifacio

"Quante rose a nascondere un abisso."
Umberto Saba

Trovarsi davanti le opere pittoriche di Aless significa iniziare un viaggio di visioni oniriche, in un mondo surreale fatto di essenze impalpabili e diafani, ricordi della natura rigogliosa vissuta come ispiratrice dell' esistenza.

I paesaggi astratti di Aless sono ricchi di pathos, celebrati come luoghi dell'Anima e della contemplazione spirituale: pianure umide, cieli annebbiati o trafitti dal sole meridiano, stagni sperduti, paesaggi malfermi nei quali le acque, le terre e i cieli si confondono, diventando un'unica sostanza silenziosa e misteriosa.

Il gesto pittorico sulla carta ha una cifra informale, è forte ed istintivo ma, da questo vorticoso impeto creativo, l'artista fa germinare una calligrafia serena, quasi sognata, fatta di tracce mnemoniche della natura e di segni poetici immersi nel tempo e nello spazio: percorsi lacustri, pietre, alberi, vapori di terre che si dissolvono e trasmutano in delicate cromie, in segni pittorici incisi, in vibrazioni emozionali, tanto commoventi da toccare le corde delicate dell'animo.

La pittura di Aless proviene da uno studio continuo e appassionato con risultati iconografici originali e soluzioni tecniche inconsuete, frutto di una padronanza pittorica davvero rara e sorprendente che coniuga l'immediatezza del gesto creativo con la capacità di raccontare la luce e renderla palpabile agli occhi, ai sentimenti e al pensiero.

Una capacità tecnica virtuosa dell'utilizzo del colore un po' acquerellato e un po' grumoso che crea sfumature, tinte e atmosfere di luce con il chiaro obiettivo di rendere eterni i luoghi e i ricordi.

Da questo universo iconografico nascono opere come "Folata di zolfo", 2022, opera priva di presenza umana, nella quale regna sovrano il canto del silenzio e l'essenza degli umori della terra; La pittura di Aless risente iconograficamente della sublime poetica del maestro inglese William Turner che della pittura ha fatto il regno del paesaggio, il teatro inquieto e vertiginoso della "Natura Naturans".

In tutte le opere presenti in questo catalogo d'arte dal titolo, Misteri surreali tra cielo e terra, attraverso un'analisi iconografica ed iconologica, risulta evidente che tutta la produzione creativa di Aless non può prescindere dal rapporto "simbolico" e "affettivo" con l'universo antropologico della natura osservata e vissuta.

L'atto pittorico di Aless è suggerito e governato da un'intuizione e una percezione tutta psicologica per cui l'opera d'arte, e la natura in essa contenuta, trasformano l'essenza e l'esistenza dell'uomo. Questo alto pensiero lo ha espresso la grande poetessa Maria Luisa Spaziani quando affermava: "Noi siamo figli e debitori di paesaggi che di volta in volta ci nutrono la vita e la fantasia".

Così l'opera "A nord Ovest", 2021, attraverso una elegante tessitura cromata ritmica e stilistica racconta, con linguaggio astratto, la narrazione dell'alternarsi delle stagioni della natura vista e vissuta con gli occhi dell'anima e della creatività. Con quest'opera l'artista crea una tessitura ritmica utilizzando il colore che nasce dallo sguardo, dando vita a composizioni di convincente e raffinata indole colloquiale, come una ideale partitura musicale, dove allo spartito si sostituiscono campiture cromatiche e levitazioni di segni profondamenti dialoganti.

Con l'opera pittorica di Aless davanti ai nostri occhi si presenta un altro mondo che occorre scoprire solo con i sentimenti della meraviglia e dello stupore, perché la sua arte è un invito ad entrare in una suggestione visiva che può dilatarsi nel reale fino a diventare storia.

Tanino Bonifacio

Tra segno e sogno

di Vincenzo Sanfo

La Sicilia è una terra generosa, inconsapevolmente ricca di contenuti che, anche solo in minima parte, farebbero la fortuna di molti paesi, purtroppo in tanti non ne hanno consapevolezza.

Inconsapevolmente perché, di questa straordinaria ricchezza sembra non rendersene conto, non accorgersene, spesso sottovalutando la portata di ciò che per un siciliano e la quotidianità, è per un " continentale " l'eccezionalità.

Disseminata com'è di ogni ben di Dio, sotto il profilo paesaggistico, gastronomico , storico, artistico, culturale e non solo, la Sicilia ha inglobato in se stessa le contraddizioni , le speranze, le realtà esistenziali, di buona parte del mondo odierno.

Le sue stratificazioni materiali e immateriali, raccolte in uno spazio, tutto sommato ristretto, fanno della Sicilia una sorta di Unicum, difficilmente comparabile.

Questa ricchezza sembra non avere mai fine in una terra che vive schiacciata tra problematiche storicamente irrisolte e geniali spinte innovative, in una sorta di continuo accumulo di energie, passive e attive, che convivono da secoli in perfetta simbiosi.

Non stupisce quindi che chi scrive si sia trovato spiazzato davanti alla richiesta di vedere le opere di Alessandro Becchina, di cui non conosceva il risvolto pittorico.

Spiazzato in quanto, quello che in un primo momento era stato concepito come il desiderio di farmi avvicinare al lato privato di una vita, dedicata ad altre cose , e appesantita da un retroterra paterno ingombrante, si è improvvisamente palesata come una ricerca puntigliosa, sofferta, totalizzante e qualitativamente di alto livello, come non mi aspettavo.

E di fronte allo scorrere delle opere, che fluivano davanti a me, ho pensato ai tanti tesori che questa terra di Sicilia nasconde ancora , gelosamente, nel suo grembo materno.

Mentre gli acquerelli e i dipinti di Aless si sovrapponevano, uno sull'altro, davanti ai miei occhi scorgevo, in essi, gli azzurri e i verdi del mare di Sicilia , i rossi e gli ocra delle sue terre, ma sopratutto il sentore di profumi, sapori e luci che colpiscono al cuore di chi ha la fortuna di attraversare questa splendida terra.

Ecco, i lavori di Aless hanno la magica capacità di catapultarci al centro di una specie di "metaverso" pittorico, in grado di farci entrare in un mondo " altro" fatto di segni, di colori, di gestualità , sempre in bilico tra astrazione e figurazione, tra segno e sogno, tra colore e materia, ma profondamente intrisi del Genius loci siciliano.

Come è noto, è destino di molti artisti nati nell'isola di dover barattare la loro sicilianita' in cambio della popolarità, della affermazione, sia critica che mercantile. L'elenco di artisti siciliani espatriati a Milano , Torino, Roma, è sin troppo noto e lungo.

Prendiamo ad esempio Guttuso, senza Roma e Velate, sarebbe il Guttuso che conosciamo ? tralascio di stilare un elenco, che sarebbe noioso e fastidioso a farsi, limitandomi a citare Guccione eccelso maestro che, chiusosi orgogliosamente nel suo eremo siciliano, ha pagato, e paga, la mancanza di centralità e popolarità che gli avrebbero potuto dare Milano o Roma.

Anche Aless, orgogliosamente come Guccione, rimane fermo e determinato nella sua Sicilianita tesa a mantenere vivo quel canale linfatico che ne determina un imprinting impossibile da cancellare e che è la forza primaria , la spinta emozionale, dei suoi recenti lavori.

Il Museo di Gibellina nella sua tradizione storica di luogo di sperimentazioni e studio dedica, giustamente, una mostra a questi suoi ultimi lavori ed è, secondo me, una sorta di momento di riflessione su quanto ancora ci è dato di scoprire all'interno di questo magico scrigno che è la Sicilia.

Luglio 2022

La potenza dell'amore per il bello

di Gianpaolo Casimiro

Mi piace cercare il bello.

Il bello che emoziona. Perché il bello è emozione.

Quando osservo un'opera d'arte, che sia un dipinto, una scultura, una qualsiasi espressione dell'animo umano, un brivido serpeggia dentro me, una sensazione inspiegabile mi eleva.

E mi riscopro a sentire l'odore di un cavallo che è al centro di una tela;
ad osservare incredulo il respiro profondo alzare il petto di una Madonna;
a sentirmi bagnare dagli gli spruzzi del mare che ruggisce dietro una foto;
a sentire le callosità delle mani di un contadino;

Se questa sensazione mi pervade,allora la mia mente si innamora e consacra l'opera d'arte.
Questo mi è accaduto.

Poco tempo fa davanti ad un dipinto di Aless ho visto dei meravigliosi papaveri, dei fiori di maggio dai mille colori della vita dondolarsi per una dolce brezza primaverile assieme al blu dei fiori di borragine. Si.

Ho visto il loro movimento. Ho sentito l'alito gentile del vento di ponente. E mi sono emozionato. Di quella emozione potente che solo un'opera ispirata ti può dare.

Osservando una china maestosa mi sono sentito invitare da una voce. E l'ho percepita chiaramente dolce, solida, armoniosa. Ed ho provato un brivido. Ho cercato dentro ed ho capito.

Questa è l'arte di Aless.
Meravigliosa emozione.

I colori dell'anima

di Michele Guardi

Aless tira fuori i colori dall'anima.

Sicchè i suoi quadri trasmettono emozioni da ogni pennellata secondo le emozioni dell'Autore.

Gli accostamenti sono ora dolci, ora ammiccanti, ora violenti.

Ogni tela ha un significato chiaro.

Le nature, le terre, il cielo contengono quello che un elaborato figurativo qualche volta non riesce a rappresentare.

Includono, nel contrasto o nella sovrapposizione dei colori, la dolcezza di un'alba azzurra, la gialla esplosione di un pomeriggio, la violenza di un tramonto di fuoco.

In certi momenti, con un approccio solo accennato al figurativo, pochi tratti magistrali e decisi assorbono l'osservatore dentro panorami avvolgenti come capita con "Sciara", Ruvetta" "La cresta di pizzo Corvo", "Pizzi Cannella", "Cava Prighemasa", "I Corni di Signac", "Cresta".

Ma anche qui è il colore a fare da protagonista. E ogni cima ha un colore, ogni tratto scosceso la sfumatura delicata e giusta.

Questo è Aless in questa sua interessantissima nuova produzione.

La seducente luce tra realtà e sogno

di Rosa di Stefano

Protagonista la luce. La seducente luce di un Mediterraneo che fluttua fra realtà e sogno. Si parte sempre dal dettaglio che anima il senso della vita. Questo dettaglio viene poi geometrizzato dalla mente, organizzato matematicamente sullo spazio reale che gli è destinato ed esplode, infine, in morbide astrazioni oniriche, in cui l'eternità trova la sua più compiuta realizzazione. Il Bello è, con Platone, "splendore del vero". Numerose le dissertazioni nel corso del tempo per una possibile definizione di verità: a me poco interessa entrarne qui nel merito, ma so anche che una luce abbagliante può rivelare quanto accecare, come succede quando osiamo guardare il Sole. Se osserviamo questa luce attraverso un filtro, come la delicata rugiada di una lacrima, siamo in grado di non abbassare lo sguardo a noi stessi, di tornare indietro alle origini di quel dettaglio da cui tutto è partito e dietro al quale si nasconde il mistero della nostra coscienza profonda. Mi abbandono così alle commoventi visioni di Aless, paesaggi della mente, che mi riportano indietro nel tempo, tra gli incanti policromi della mia infanzia, nella mia terra arsa dal Sole, laddove si annida la mia verità intima, l'unica per me possibile, quella che non ha mai smesso di celebrare la vita.

Rosa Di Stefano

Salvifici miraggi di colore tra le chine di Aless

di Enzo Randazzo

Queste città di Aless, come i sogni, le fantasie oniriche, i parti dell'immaginazione sono intessute di palpitanti desideri e di angosce esistenziali, nonostante le gradazioni illusorie, il sovrasenso dei messaggi e la libertà delle linee stimolino e velatamente celino riflessioni più vaste e intriganti. Spicchi di memoria, a eternare calvinianamente consapevolezze e conoscenze, a fugare indugi in malinconie inessenziali, mentre il sogno di una città vivibile si incarna nell'allegoria della rondine distopica e utopica. In Aless l'architettura non è più una mera illuminazione, usata come sfondo, per fornire il ritmo a un tema descrittivo, o per migliorare la prospettiva e creare un senso di profondità, ma diviene uno strumento per esprimere sogni romantici e fantasie architettoniche. Un inno di speranza e di fede nelle nostre città-ragnatela, con selciati e soffitti fatiscenti, penzolanti su una voragine, sempre più alienanti, nel contesto di un'inarrestabile decadenza della vita urbana. Tante torri animano queste chine e acquerelli di Alessandro, a intense gradazioni tonali, che trasmettono insieme gradevolezza e arditezza creativa. Da sempre croce e delizia, simboli di dominio, forza e costanza, le torri di Aless si ergono verso l'alto, smaniose d'azzurro infinito e testimoni di una comunità umana che vuol affermare il suo diritto ad esistere e a sognare, ma rifugge da superbia e presunzione. La loro verticalità simboleggia quindi il legame Terra/Cielo e quello Umano/Divino, ma le loro lacerazioni e cadute implicano sempre un cambiamento repentino, spesso non esente da dolore, un venir meno delle funzioni di vigilare, proteggere, imprigionare, perciò,diviene liberatorie di sinestesie interiori e di creatività artistica. La quadratura di Alessandro armonizza disegno, pittura e scultura, con un uso consapevole dei precetti dell'architettura, della prospettiva, nonché di paesaggi urbani, di trame decorative e figurative. L'artista trompe-l'oeil, e gioca sulla confusione della percezione dello spettatore, per suscitare in noi illusioni prospettiche, seducenti confusioni, sinestetiche comunicazioni di oggetti tradizionalmente inanimati o statici, avvalendosi anche di un raffinato tecnicismo pittorico. In un vortice di dinamismo creativo, anche l'apparente caos è forza primordiale. Non crea confusione. In ogni disordine esprime un ordine segreto. È un piano più alto. È dispiego di Energia sovrumana per sanare fratture e colmare fratture. Anche i ponti rimandano agli sforzi umani tesi a superare la condizione dolorosa e paralizzante di scissione e isolamento dagli altri, consentendo comunicazione e possibilità di incontro tra differenti realtà, con esperienze concrete di unità e diversità. I cavalcavie di Aless sintetizzano il conflitto tra il bene e il male, il passato e il futuro, il vecchio e il nuovo ridisegnando geografie e confini interiormente ed esteriormente. In questa sua analisi prospetticamente dipinta dell'ambientazione l'artista, ridimensionando la profondità di campo e accentuando i contrasti cromatici, estende la realtà, ricrea una terza dimensione spazio-temporale e da l'illusione del rilievo, utilizzando solo una profondità limitata e un contrasto di sfumature che inventa luci, ombre e spazi figurativi. Torrioni, obelischi, cuspidi svettano tra intervalli e spazi vuoti in modalità di presentazione inconsuete. Porte e finestre rettangolari cimano le linee parlanti di cerchi e semicerchi. Una rappresentazione persuasiva ma inquietante della realtà. Tra giochi di ombre, design slanciati e luci, astuzie e accuratezza dei colori, intrecciata con pazienza e abilità, a stuzzicare la nostra curiosità e a conquistarci, con un briciolo di sottile e garbato umorismo. Le nitide linee di Alessandro sanno di leggerezza aerea, punti di fuga multipli, visioni celestiali, interstizi violacei, sfocate scenografie in cui magicamente ci smarriamo e panicamente avvertiamo l'illusione di una catartica liberazione, integrando edifici, rovine e altri elementi architettonici in combinazioni immaginarie e chimeriche. Pindarici voli in libertà e ottimistici miraggi di palingenesi con le linee ed i colori dell'immaginazione di un artista maturo e consapevole che riafferma una sua creatività singolare e traccia un percorso espressivo pregevole che sicuramente inciderà nel panorama culturale del nostro tempo.